Racconti

domenica 17 marzo 2013

Métro, vaporetti e poesia

Qualche anno fa, nella metropolitana di Parigi mi è capitato diverse volte di imbattermi in manifesti che recitavano versi di famosi poeti.
Nella maggior parte dei casi, quei versi erano usati per pubblicizzare questo o quel prodotto, ma nonostante questo non mancavano mai di mettermi serenità ed allegria.
Essere lì schiacciati tra molte altre persone sconosciute, con la mente assente o magari al contrario affollata di pensieri, e all’improvviso alzare la testa e trovarsi davanti versi bellissimi che parlano di temi immortali ha un effetto quasi catartico, ti riporta all’essenziale della vita.
Devo ammettere però che ci ho ripensato sotto una luce più sinistra ed inquietante dopo aver letto “Io sono il Tenebroso” della scrittrice francese Fred Vargas, avvincente romanzo in cui un serial killer trae spunto per i suoi omicidi proprio da una poesia letta per caso sul métro.
Evidentemente la poesia non fa a tutti il medesimo effetto;-)
Ma ieri a Venezia, mentre in vaporetto pensavo ai fatti miei, ho alzato distrattamente la testa sugli annunci pubblicitari ed ho incontrato Prévert:






ed ecco in un attimo gemellate dai versi le due città più romantiche del mondo, soprattutto di notte.


O meglio: la più romantica, con il suo fiume ed i suoi angoli tranquilli appena fuori dal caos cittadino, quando cala la sera.



E la più sensuale, con la sua mollezza ed il mistero dei suoi sotoporteghi  nascosti nella notte.


Inutile dire che le amo tutte e tre: Venezia, Parigi e la poesia:-)

domenica 3 marzo 2013

Ciao, Boy With Frog!

Ho saputo che tra pochi giorni te ne andrai per sempre dalla Punta della Dogana, dove ci siamo conosciuti  in occasione della Biennale del 2009.
Mi ricordo perfettamente la prima volta che ti ho visto: a dir la verità ero un po’ scettica, mi avevano detto che la Fondazione Pinault aveva collocato proprio sulla Punta della Dogana quest’opera di Charles Ray, concepita appositamente per quel sito…ma mi chiedevo: cosa mai si può aggiungere ad uno dei posti più belli del mondo, posto all’intersezione tra il Canal Grande ed il Canale della Giudecca, sospeso tra cielo e laguna, proprio davanti all’antica Dogana da mar, a sinistra il Palazzo Ducale ed il campanile di San Marco, a destra la Basilica di San Giorgio?

E invece…amore a prima vista!!! Sì, sono stata incantata dalla statua bianchissima di un ragazzino nudo, scalzo sui masegni della Punta, intento ad osservare una rana catturata sullo sfondo dei Giardini della Biennale. Sapevi un po’ di sacrilegio, è vero, tu così evidentemente contemporaneo in mezzo ai segni più evidenti della storia millenaria di Venezia, ma ora credo che sia stato proprio quello a conquistarmi: la prova visibile che l’oggi ed il passato a Venezia possono convivere benissimo, esaltandosi l’un l’altro, perché Venezia in realtà è sospesa nel tempo e le uniche dimensioni che la riguardano davvero sono la bellezza e d il mistero.
Ah, naturalmente mi sono presa della pazza da quasi tutti quelli che mi conoscono, soprattutto dagli altri appassionati di Venezia! La mia amica Monica, compagna fidata di tante scorribande veneziane, mi ha guardato perplessa ad occhi sbarrati chiedendomi: ma cosa diavolo ci trovi in quel ragazzino con la rana?!
A dire la verità non lo so di preciso, o forse sì: tu, adolescente nudo che studia la rana tenendola per una zampa, mi hai ricordato la meraviglia, la curiosità e la voglia di scoprire cose nuove e sconosciute che tengono viva qualsiasi persona, dai 3 ai 103 anni. E proprio questo mi ha fatto vedere una profonda affinità con Venezia, città apparentemente decadente e completamente esposta agli occhi di chiunque la voglia guardare, ma che racchiude invece bellezze nascoste, misteri  e storie vecchie e nuove ad ogni angolo di calle, per chi ha voglia di cercare.
Sono tornata spessissimo a salutarti, a fotografarti, a godermi la vista impareggiabile che ti ha circondato per tutto questo tempo. Dal 17 marzo non potrò più farlo, e questo mi rattrista molto: al tuo posto rimetteranno il lampione che c’era prima, com’era e dov’era. Non che non fosse bello, ma è strano e anche pericoloso tornare al passato dopo aver gettato uno sguardo sul futuro, dopo aver fuso passato e presente in un luogo così suggestivo e simbolico.

E chissà dove ti porteranno ora…mi mancherai molto, ma so che nuove suggestioni artistiche arriveranno dalla Biennale di quest’anno e tu porterai in un altro luogo il gusto e la tensione della scoperta e della novità che ti porti dentro.
Buon viaggio, Boy With Frog!