Racconti

martedì 19 novembre 2013

Suggestioni dal Palazzo Enciclopedico: i Giardini

Molto interessanti le opere dei writers del collettivo venezuelano, nel primo padiglione in cui sono entrata ai Giardini.


Per la Russia, invece, Vadim Zakharov reinterpreta in mito di Danae con sguardo contemporaneo: piovono monete dorate sul piano sottostante, dove solo le donne hanno accesso a prendersi la pioggia d'oro, opportunamente protette da ombrelli trasparenti per evitare danni...e qui mi sono chiesta: perchè solo le donne? Perchè la Danae del mito era una donna? O forse si insinua che sono le donne ad essere più degli altri affascinate dall'oro?;-)




La coda per entrare a piedi scalzi nel padiglione della Corea e l'impossibilità di scattarvi foto sono valsi comunque la pena: l'esperienza di essere chiusi per un minuto con un piccolo gruppo di persone in una stanza buia, imbottita e assolutamente silenziosa è … illuminante, a dispetto del buio! E' una sorta di presa di contatto con l'interiorità, in assenza di ogni stimolo esterno. Detto così sembra inquietante, in realtà ne sono uscita con un gran sorriso!


Il padiglione del Canada, Music for Silence, è per me l'installazione più suggestiva dei Giardini: nella sala buia risaltano le luminose piccole sculture di Shary Boyle, piccole creature che portano un mondo sulle proprie spalle, alcune volteggiando su silenziosi giradischi.





La Gran Bretagna propone l'intervento di Jeremy Deller, “English Magic”, tra attualità politica e culturale ed ironia.

In particolare ho apprezzato le gigantografie sui muri, soprattutto quella che rappresenta, sullo sfondo dello skyline di San Marco, la versione colossale di un designer e socialista di epoca vittoriana, William Morris, intento a gettare nel mare lo yacht di Roman Abramovic, che, ormeggiato vicino al molo dei Giardini, impediva tutta la visuale e limitava il transito di abitanti e turisti. 





E devo ammettere che è stato piacevolissimo, dopo tanto girare tra i padiglioni, vedersi offrire un autentico english tea da gustare su tavoloni di legno della terrazza: grazie Gran Bretagna!


Molto particolare la struttura composta da antichi sgabelli a tre gambe, realizzata dall'artista cinese Ai Wei Wei per il padiglione della Germania.




 
La Finlandia propone un giardino artificiale di piante vere, illuminato da astri nel piacevole dialogo tra natura, universo ed arte pensato da Terike Haapoja .



Nel Padiglione centrale, infine, ho ritrovato le tele di LynnetteYiadom-Boakye, già vista a PalazzoContarini-Polignac per il Future Generation Art Prize (di cui è stata la vincitrice): quelle esposte qui ai Giardini erano secondo me ancora più belle!




E' tempo anche questa volta di avviarsi verso l'uscita: domenica la Biennale 2013 chiude...ma, pur nel carattere eterogeneo del Palazzo Enciclopedico, lascia dietro di sè una vivace scia di stimoli e meditazioni.



lunedì 4 novembre 2013

Suggestioni dal Palazzo Enciclopedico: l'Arsenale

C'è talmente tanta carne al fuoco nell'esposizione della Biennale 2013 all'Arsenale che mi risulta davvero difficile tentare una sintesi organica: mi limito allora ad una carrellata delle opere che più hanno colpito la mia immaginazione, perchè le ho trovate particolarmente suggestive ed emozionanti.


L’inquietante e un po’ angosciante “Belinda” di Roberto Cuoghi


La suggestiva “Maritime Spring” dell'americano Daniel Hesidence



 
Le sculture in bronzo e ferro di Matthew Monahan, modernissime e antichissime al contempo



Le eleganti, coloratissime tele del senegalese Papa Ibra Tall



La stanza affollata delle statue di Pawel Althamer ("Venetians"), dalle sembianze di autentici veneziani e dal corpo scheletrico coperto da bende, forse l’istallazione che più mi ha colpito per il pathos di questa folla senza tempo di anime in pena





Le figure femminili di John DeAndrea ("Ariel II") e di Duane Hanson ("Bus Stop Lady"), così realistiche da risultare inquietanti: non riuscivo a distogliere lo sguardo, e come me, ho notato, molte altre persone.




La videoistallazione interattiva di Studio Azzurro, In Principio (e poi) per la Santa Sede: il visitatore sceglie uno dei personaggi sullo schermo con la mano trattenendolo così a raccontare la sua storia.


Le originali sculture fatte di libri del padiglione sudafricano


I colori ed i profumi intensissimi del “Campo de Color” della boliviana Sonia Falcone, che avvolgono e catturano davvero i sensi


L'ipnotica performance musicale, eseguita dai musicisti su una barca nel bacino dell’Arsenale, di Ragnar Kjartansson


 Come sempre la Biennale è per me un viaggio un po' spiazzante nell'arte contemporanea e, questa volta ancora più del solito, nella mia personale percezione del mondo. 
Intrigante!