Racconti

mercoledì 20 maggio 2015

Momo a Les Halles

Parigi, agosto 1941.

Momo (Maurice) e Marie Moscowitz sono due fratelli di 14 e 11 anni, di origine ebraica, e vivono con i genitori in una modesta ma dignitosa casa della periferia parigina. 
Una mattina di fine estate, mentre sono soli in casa, vengono prelevati in tutta fretta dal datore di lavoro del padre, che li nasconde in una piccolissima e fredda stanzetta nel sottotetto di un palazzo vicino al mercato di Les Halles. I genitori sono stati arrestati all'improvviso a causa delle loro origini ebree, ma il padre ha fatto in tempo a contattare il suo principale per incaricarlo  di portare al sicuro i figli. Dovranno rimanere il più possibile nascosti ed arrangiarsi al meglio delle loro possibilità, avendo con sè solo il vestito buono e una piccola scorta di denaro destinata ad esaurirsi velocemente.
 



 
 
 Dopo i primi giorni passati nel terrore claustrofobico della stanzetta, trasalendo ad ogni rumore, i due fratelli iniziano ad ascoltare le voci allegre delle ragazze che vivono nelle stanze vicine e degli uomini che le frequentano, affascinati in particolare da quella dolce e morbida della donna della stanza accanto, così simile alle voci delle attrici del cinema, a volte accompagnata da uno struggente concerto di violini.
Così poco a poco i due ragazzini conosceranno Bulle, la vicina, vivace e romantica prostituta dagli incredibili capelli rossi e dal cuore generoso che li prenderà sotto la sua ala protettrice, preoccupandosi della loro salute e della loro serenità.
 
"Così, Momo, adesso sai che ci sono notti sulla terra in cui la felicità esiste, e io non me ne perdo una briciola. La prossima volta che sentirai i violini, mio caro Momo, saprai che Bulle è felice da morire".
 

Ben presto il denaro inizia a scarseggiare, così Momo, nonostante il pericolo di essere arrestato in quanto ebreo, decide di uscire di notte a cercare lavoro al brulicante mercato di Les Halles. Lo trova dapprima come aiutante di un pescivendolo, poi come parte di un gruppo di rivenditori di frutta e verdura che sfrutta le fluttuazioni della produzione. 
 
Robert Doisneau
 
Robert Doisneau
 
 
Il ragazzo si dà da fare con grande coraggio e determinazione, per sè e per la sorella, anche se prova un'enorme nostalgia per la sua vita di prima, i genitori, la scuola, i giochi con i compagni, specialmente quando si imbatte in un gruppo di coetanei che si rincorrono spensieratamente per strada, prima di entrare a scuola, e gli rubano la trota che ha faticosamente guadagnato.
 
"Intirizzito sui gradini della chiesa, non volevo allontanarmi da quella scuola. Non la conoscevo, ma era comunque un po' anche mia. Le risate, le grida, i canti, tutto quel che proveniva dall'interno delle sue mura mi risultava familiare. Il cortile si era svuotato, non sentivo più niente, gli alunni dovevano essere entrati nelle loro classi. Li immaginavo, nella loro divisa blu,  aprire i quaderni e intingere la penna nell'inchiostro. Loro da un lato del muro e io dall'altro. (...) Ormai, io e loro non appartenevamo più allo stesso mondo, non condividevamo più le stesse angosce. Mentre loro spendevano energie mentali sui libri, io mi domandavo come avrei potuto mettere insieme un pasto con quel che restava della trota".
 

Piano piano Momo si lancerà nell'organizzazione di lussuosi banchetti a domicilio insieme all'amico Marius, gestore di un bistrot della zona, e del suo talentuoso cuoco Pierrot.
Momo rivela grande iniziativa e molte capacità , il futuro per lui si fa promettente, ma nubi sempre più oscure si addensano su di lui e la sorellina Marie con la recrudescenza della persecuzione antisemita anche a Parigi ed il pericolo incombe in ogni momento.
 
www.carnavalet.paris.fr
 
 
 
Questo libro mi è piaciuto moltissimo: è molto coinvolgente senza essere affatto melenso, mi sono sentita trasportare delicatamente ma in maniera molto vivida all'interno della vita clandestina di Momo e Marie, condividendo i loro batticuori e le loro angosce, ma anche l'ambizione di Momo di costruirsi un futuro migliore e la dolcezza del primo innamoramento da adolescente. 

Bulle, la bella prostituta non più giovanissima che circonda i ragazzi con il suo affetto, è forse il personaggio a cui mi sono più affezionata, per la sua profonda umanità: nonostante la vita da prostituta, mantiene una dolcezza e una purezza d'animo che incantano, pur rimanendo una donna dall'animo lieve e dall'indole molto pratica. 
 
Ma questa storia è popolata anche da altri personaggi, minori ma ben caratterizzati (Gaston il facchino, Legoas l’incartatore, Doucet il posizionatore, Coco il Fort, Pierrot il cuoco, Marius il ristoratore e molti altri) che spesso incarnano il frequente contrasto tra apparenza e verità ma anche l'importanza della scelta quotidiana tra ciò che è giusto e ciò che è facile, senza grandi proclami, con gesti semplici ma estremamente coraggiosi nella tremenda situazione della Parigi occupata dai nazisti. 
La vicenda alterna momenti di allegria e spensieratezza ad altri veramente tragici e duri, ma non si cede mai alla disperazione, è sempre presente un fortissimo attaccamento alla vita: emotivamente però è stato per me un libro impegnativo, soprattutto nella seconda parte.
Ho trovato bellissima anche la vivace descrizione della vita dell'affollato mercato parigino di Les Halles degli anni '40, dei suoi padiglioni rumorosi e brulicanti di gente, odori e colori pur nelle difficoltà del periodo di guerra, che rende molto bene l'atmosfera dell'epoca, di una Parigi che non c'è più (l'enorme struttura in metallo e vetro del mercato è stata infatti demolita parecchi anni fa) ma in un certo senso sopravvive ancor oggi nell'atmosfera inconfondibile di quella zona della città.
 
 
 
 
 
Philippe Hayat, "Momo a Les Halles"
Neri Pozza Editore, 2014
Traduzione Roberto Boi