Racconti

domenica 26 luglio 2015

The Union of Fire and Water

In campo Santo Stefano, vicino al Conservatorio, sorge Palazzo Barbaro, antica residenza di Giosafat Barbaro, ambasciatore veneziano che viaggiò a lungo tra le città dell'Azerbaijan verso la fine del '400.



Così ora non è un caso che il portone di Palazzo Barbaro si sia aperto per ospitare "The Union of Fire and Water", evento collaterale della 56^ Biennale presentato da YARAT, ente no profit che si occupa di arte contemporanea a Baku, proprio in Azerbaijan.



E sono proprio le suggestioni ed i richiami della sovrapposizione storica e culturale tra Venezia e Baku ad ispirare in buona parte le opere qui esposte dai due artisti presenti, Almagul Menlibayeva e Rashad Alakbarov.
Forse proprio per questo queste istallazioni si fondono in maniera soprendentemente armonica con gli antichi ambienti di palazzo Barbaro.

Già il leone di pietra di Alakbarov (Lion of Fuzuli) che mi ha accolta nel cortile, ad esempio, mi aveva lasciato inizialmente il dubbio se appartenesse al palazzo o fosse un'istallazione.


 


Nel salone principale il castello di carte di "Precariousness of history" richiama guerre succedutesi nei secoli, sanguinose e per lo più inutili, che, come ci ricorda la parte del mazzo ancora disponibile, non aspettano che di ripetersi.





Anche le istallazioni video di Almagul Menlibayeva sono intelligentemente collocate all'interno delle stanze per sfruttarne l'atmosfera: così gli schermi di "Fire talks to me" si riflettono in maniera suggestiva nell'antico specchio della parete di fronte e sfruttano le finestre per far quasi "parlare" la stanza.





Ma l'opera a mio parere più intrigante è l'intrico di scale in legno che il visitatore è obbligato a percorrere su e giù per attraversare la stanza e proseguire il percorso ("Untitled" di Rashad Alakbarov, ma il sottotitolo è ironico e illuminante: Omnes viae ducunt Venetias).



 


Visivamente interessante è anche il gioco di luci e spade dello stesso artista in Do Not Fear.