Domenica
arriva il giorno di chiusura anche per questa 57^ Biennale d’arte,
che mi è piaciuta molto soprattutto nell’esposizione all’Arsenale,
dove, pur nella sua complessità, il percorso è molto definito e
significativo.
Si
inizia con il Padiglione dello Spazio Comune, dove mi ha colpito in
particolare The Mending Project, di Lee Mingwei, lo stesso
artista di When Beauty Visits che tanto mi aveva colpito ai
Giardini.
Anche
questa è un’istallazione che interagisce con il pubblico: chiunque
può infatti portare un proprio capo di vestiario strappato, che
verrà rammendato dai performers ed unito con gli altri e con i
tantissimi rocchetti di fili colorati distribuiti sulla parete.
Visivamente secondo me ne risulta una suggestiva valorizzazione dei
legami e del gesto di riparare.
Il
Padiglione della Terra si apre con la bellissima istallazione video
di Charles Atlas, The Tyranny of Consciousness, che
infatti si è aggiudicata una delle menzioni speciali della giuria di
questa Biennale: l'opera combina due video, uno che
vede il montaggio parallelo di una serie di magnifici tramonti,
mentre un orologio digitale proietta a a terra un conto alla rovescia
mentre,
nell'altro video, una celebre drag queen newyorkese, Lady Bunny,
balla e canta, su una travolgente musica dance stile anni '70, uno
splendido discorso sul tema della politica e della pace
Non capisco da dove viene l’avidità che sta causando la guerra, l’avidità che sta uccidendo il pianeta (l’unico pianeta che ci è dato da vivere)…
Non capisco da dove deriva il desiderio di oppressione, ma succede a ogni livello della nostra società
…
a meno che non ci mobilitiamo
…
È veramente folle e nessuno sta parlando di pace.
Non voglio vivere in un mondo senza pace.
Entrambi
i video sono assolutamente ipnotici: la bellezza e la forza delle
immagini e delle parole mi ha incantata, sono rimasta lì fino alla
fine incapace di muovermi, e come me moltissime altre persone, di
tutte le età.
Poco più avanti, Michel
Blazy presenta Collection
de Chaussures: scarpe usate e vissute che trovano una nuova vita ospitando delle piante
Passando al Padiglione
delle Tradizioni, troviamo in mezzo al percorso la sottile tenda dorata di Leonor
Antunes,
…then we raised the terrain so that I could see out, che crea un'atmosfera quasi magica che esalta il bellissimo ambiente delle Corderie
Lee
Sookyung,
in Translated Vase Nine Dragons in Wonderland, rivisita la tradizione della ceramica coreana tradizionale
Nel Padiglione
degli Sciamani, Ernesto
Neto apre la sua tenda ispirata ai luoghi di socializzazione degli indigeni dell'Amazzonia,
Um sagrado lugar, ai visitatori che accettano di togliersi e scarpe per entrare
Perfetta per il Padiglione
dei Colori l'opera di Sheila
Hicks, Scalata al di la dei terreni cromatici, una bellissima cascata
di balle di fibre naturali colorate
Del Padiglione
del Tempo e dell'Infinito mi ha colpito l'artista argentina Liliana
Porter, con El
hombre con el hacha y otras situaciones breves, che lascia il dubbio se l'omino con l'ascia c'entri qualcosa o no con le distruzioni molto più grandi di lui che completano l'istallazione...
ma anche il suggestivo pavimento di Liu
Jianhua,
Square
All'esterno, troviamo gli incantevoli pianeti di Alicja
Kwade, Pars
pro Toto
Il padiglione dell'Argentina ospita l'opera che forse mi è piaciuta di più, Il problema del cavallo di Claudia
Fontes: l'energia del cavallo e la forza della ragazzina sono espressi in maniera fantastica secondo me, così come la sete di scoperta del bambino
Del Padiglione
Italia, Il
mondo magico, ho apprezzato in particolare l'opera di Giorgio
Andreotta Calò, Senza
titolo (La fine del mondo), che è visibile salendo su una struttura di tubi da ponteggio da cui si coglie, nel buio quasi totale, un mondo capovolto e sommerso, suggestivo ed inquietante
Alla fine del percorso, nello splendido Giardino
delle Vergini, ho ritrovato con piacere Michel
Blazy, con le scope che germogliano piante di Forêt de balais, che mi hanno lasciato un senso di magia (...dov'è la partita di quidditch?) ma anche di irreprimibile ed imprevedibile esplosione della vita e della natura.