Già la location, comunque, basterebbe da sola per consigliare una visita anche ai non appassionati di arte contemporanea: si tratta di palazzo Contarini-Polignac, splendida dimora affacciata sul Canal Grande tra l'Accademia e la Peggy Guggenheim.
L'inserimento di alcune installazioni all'interno degli spazi del palazzo mi è sembrato particolarmente appropriato e significativo, come Architecture Lessons del libanese Rayyane Tabe, che mi ha accolto nel portico d'ingresso a pianterreno
O come le foto ed i filmati di Our Short Century dell'americana Emily Roysdon, collocati nella splendida camera da letto
O, ancora, il bosco contemporaneo creato da Abigail DeVille nel salone del primo piano
Mi sono resa conto che si rafforza sempre di più la mia preferenza per le opere che implicano un qualche tipo di interazione con lo spettatore, che viene in qualche modo "inglobato" nell'installazione, sia pure per pochi minuti: è stata una bella esperienza accomodarsi nell'antico salotto in stile veneziano e sentire mormorare sommessamente gli arredi nel Theatre of speaking object di Eva Kotatkova
Mi sono resa conto che si rafforza sempre di più la mia preferenza per le opere che implicano un qualche tipo di interazione con lo spettatore, che viene in qualche modo "inglobato" nell'installazione, sia pure per pochi minuti: è stata una bella esperienza accomodarsi nell'antico salotto in stile veneziano e sentire mormorare sommessamente gli arredi nel Theatre of speaking object di Eva Kotatkova
Nel bel soppalco di legno sovrastante, dopo che mi sono sistemata su una sedia davanti a lei, una giovane performer ha recitato per me un monologo nell'istallazione della libanese Marwa Arsanios, creando una bellissima situazione di intima suggestione.
E poi mi sono seduta su un bel divano rosso, gustandomi la vista di un meraviglioso armadio in stile veneziano, e lì sono stata sorpresa da voci sussurrate che, in una lingua inventata ma dal suono molto evocativo, mi hanno circondata e disorientata, nell'opera Les Captives di Meris Angioletti
Insomma, un incrocio di insolite esperienze e di affascinante bellezza: consiglio a chiunque una visita per lasciarsi ammaliare dalle opere e dal palazzo.
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