Racconti

venerdì 27 marzo 2015

Firenze è sempre una sorpresa!

Quello che mi piace nel tornare in una città d'arte già visitata diverse volte è che posso tornare nei posti che più mi sono piaciuti pregustando il piacere di rivederli, come se fossero dei vecchi cari amici. Ma anche che posso lasciare ad altri la coda chilometrica dei luoghi più noti e frequentati e dedicarmi alle mete meno gettonate e più nascoste oppure, più semplicemente, a quei luoghi che, per un motivo o per l'altro (aperture limitate, congiunture astrali e simili) non sono ancora riuscita a vedere nelle visite precedenti.

 
Tornare a Firenze, poi, mi dà sempre quella bella sensazione di "macchina del tempo" di ritrovarmi catapultata in un quadro rinascimentale!




Così, un po'di tempo fa sono tornata nella bellissima e amatissima Firenze e per prima cosa sono andata a visitare il Museo Gucci, che all'epoca della mia ultima visita non era ancora stato inaugurato.
Il palazzo, situato proprio di fianco a Palazzo Vecchio, è veramente molto bello e ristrutturato con cura e gusto, con un'organizzazione degli spazi ideale per ospitare i migliori pezzi delle collezioni che nel corso dei decenni hanno creato la fortuna e lo stile Gucci: valigie, abiti, scarpe e borse che conducono il visitatore in un suggestivo viaggio nella storia della moda italiana.
Naturalmente si tratta di articoli di lusso per pochi eletti, ma il succedersi dei modelli, alcuni dei quali non soffrono affatto il tempo che passa, rendono perfettamente l'idea di quanto la moda faccia parte della cultura di un'epoca, anche se forse non ce ne rendiamo conto in maniera immediata.

www.guccimuseo.com

www.artribune.com
www.guccimuseo.com


La parte più sfiziosa è a mio parere quella dedicata agli abiti da sera creati per alcune dive in occasione di eventi speciali: così il fantastico monospalla indossato da Selma Hayek o il magnifico vestito dorato con profondissima scollatura sulla schiena realizzato per Blake Livey.  






Passando in scioltezza dal profano al sacro, siamo andati a visitare la Sinagoga ebraica, la cui maestosa cupola verde si distingue nel ricchissimoo skyline fiorentino.
E' un tempio a se stante, a differenza ad esempio delle sinagoghe veneziane, costruita nella seconda metà dell'Ottocento in stile arabeggiante, circondata da un magnifico giardino.


Quel che mi ha davvero colpito è l'interno: pur privo di immagini figurative, come prescritto dalla religione ebraica, è riccamente decorata con motivi floreali rossi e blu che ricordano l'arte araba. Ma sono soprattutto l'atmosfera di raccoglimento, il simbolismo e la soffusa luce dorata che inonda lo spazio dalla cupola e dalle vetrate ad avermi incantato: ne ho avuto una fortissima impressione di autentico luogo dello spirito, dove solo l'anima e la fede sono al centro.

Wikipedia




All'uscita s'era fatta ormai l'ora di pranzo, così abbiamo deciso di continuare la full immersion con un pranzo kosher da Ruth's, piccolo e caratteristico ristorante ebraico che si trova proprio accanto alla sinagoga. Mi sono fatta tentare da un piatto misto, in modo da assaggiare diverse pietanze, e devo dire che è stata una buona scelta: adoro i sapori mediorientali e ho trovato ottimi in particolare l'humus, il cous-cous e la caponatina alla giudea, ma soprattutto consiglio caldamente agli amanti dei dolci che capitassero in questo locale di non varcare l'uscita senza aver assaggiato lo strudel di mele, un'autentica delizia che si scioglie in bocca!


.....è chiaro comunque che prima di andarmene da Firenze mi sono concessa anche una buona dose di crostini e ribollita!




Poi, naturalmente, ci sono dei luoghi comunque irrinunciabili per me a Firenze: ogni volta che sono in città cerco in tutti i modi di sedermi, fosse solo per cinque minuti, all'interno della Loggia dei Lanzi, per ammirare la meraviglia delle sculture e l'incanto della vista complessiva di piazza della Signoria. Ho una passione particolare per Il ratto delle Sabine del Giambologna, in cui la torsione e l'intensa espressività delle figure in marmo non finiscono di stupirmi. E' un piccolo momento di contemplazione che per me significa fare il pieno di bellezza e armonia, per gli occhi e per lo spirito. 






E nonostante sia stata ormai molte volte a Firenze (negli ultimi dieci anni: prima, a mia eterna vergogna, non ci avevo mai nemmeno messo piede!) non ero mai riuscita a vedere il famoso Cenacolo affrescato dal Ghirlandaio, nel refettorio del chiostro accanto alla chiesa di Ognissanti: me ne avevano decantato la bellezza, ma ogni volta che cercavo di andare a vederlo per una ragione o per l'altra trovavo chiuso. Ma questa volta ce l'ho fatta finalmente, pure con una sorta di timore nascosto di rimanere delusa dopo tanta aspettativa! Invece nessuna delusione, anzi: nel varcare la soglia del refettorio sono proprio rimasta a bocca aperta, tanto mi è sembrato vivo l'affresco che rappresenta l'Ultima Cena, nella parete di fondo proprio di fronte all'ingresso. Sembra di trovarsi dentro quella scena, a dividere la tavola con Gesù e i discepoli, ed è questa l'impressione che dovevano avere i monaci che cenavano al refettorio.



Dopo questa meraviglia, però, ci era venuto un po' di appetito, così i nostro occhietti famelici si sono posati su una piccola vetrina accanto alla quale campeggiava un cartello col menù del giorno: ho guardato meglio e...era sì un bar, ma anche una libreria! Quale connubio potrebbe essere più invitante? Così ho scoperto la libreria Todo Modo (http://www.todomodo.org) (se capitate in zona: è in via dei Fossi 15 rosso).  
E' davvero un luogo particolare e un po' magico: la caffetteria è vivace e accogliente,  il cibo è curato, l'atmosfera molto amichevole e il locale ospita anche un piccolo teatro a gradoni di legno adatto ad ospitare piccoli spettacoli e presentazioni.
La libreria non è enorme ma è ben fornita ed offre anche un'ottima scelta di libri di piccole case editrici e di autori poco conosciuti: così, dopo un'adeguata pausa di pappa&relax, mi sono lanciata nell'esplorazione dei libri (col solito senso di colpa "non dovrei ma in fondo c'è anche il viaggio di ritorno in treno e il libro che ho portato è quasi terminato...": ah, le autogiustificazioni dei drogati di lettura;-).






E così, curiosando tra gli scaffali, sono stata attratta da un libricino dal titolo intrigante, "Sognilandia" di Matthew Licht: non c'era alcuna prefazione o quarta di copertina ad aiutarmi nella scelta, così ho aperto la prima pagina che riportava come titolo "Note notturne per un viaggio a Sognilandia" e parlava di un uomo che si rifugia nel night club dove sa che la bravura di un chitarrista di colore gli assicurerà qualche ora di sonno sereno.
A questo punto mi si è avvicinato il libraio, chiedendomi se conoscevo già l'autore e raccontandomi che si tratta di uno scrittore americano, specializzato in racconti per ragazzi ma non solo, che dedicato in questo libretto quattro racconti al tema dei sogni, alternando racconti adatti ai bambini ad altri solo per adulti...che Dio benedica i librai appassionati e garbati, capaci di darti il consiglio giusto al momento giusto! Purtroppo sono in via di estinzione come i panda, e come loro andrebbero tutelati, perchè sono un dono a metà tra il mago e il vecchio saggio per i lettori compulsivi come me.

In treno, di ritorno a Padova, ho iniziato i quattro racconti, e ho scoperto con un sorriso che l'autore ha proprio aggiunto per ciascuno, sotto il titolo, l'indicazione se si tratti o meno di un racconto da leggere ai bambini!

Viaggio 1 - Braccio di Ferro Davvero (da leggere ai bambini)
Il mio preferito (evidentemente nonostante gli anni sono bambina inside!): un bambino dichiara in classe che il personaggio famoso che più desidera incontrare è Braccio di Ferro, attirandosi i rimproveri e le prese in giro di maestra, genitori e compagni. Ma lui è sincero, e una notte in sogno incontra proprio il suo eroe...che gli riserva sorprese inaspettate.
Viaggio 2: Dream Baby Dream (Sogna Baby sogna) -(magari è meglio non leggere ai bambini)
Magari no, non leggiamolo ai bambini: il protagonista lavora in un servizio di Telefono Amico per la prevenzione de suicidi,ed emergono le storie di aspiranti suicidi riusciti e mancati. Struggente e tristissimo.
Viaggio 3: Sogni di una metropoli sognante (forse non proprio da leggere ai bambini)
Meglio togliere il forse e non leggerlo a nessun bambino! E' la strana storia di un investigatore zen che, sotto le minacce di un pazzo che si intrufola nei suoi sogni, deve rintracciare un misterioso teatro Art Deco nascosto nei meandri di New York. Scritto con uno stile sincopato, quasi psichedelico, non è facile da seguire ma alla fine è molto ben riuscito.
Viaggio 4: 12 anni ancora (assolutamente da leggere ai bambini, soprattutto quelli intorno ai 12 anni)
Un serissimo impiegato di banca si risveglia di nuovo dodicenne, rivedendo all'improvviso sua madre giovane, la sua maestra, i suoi amici, la ragazzina di cui era innamorato...tenerissimo e commovente, soprattutto per chi non ha più 12 anni e può immedesimarsi in pieno nel punto di vista del protagonista.

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