Racconti

mercoledì 24 aprile 2013

Chi ha paura di una rana?

Oggi La Stampa pubblica un interessante articolo del critico  Francesco Bonami sul Ragazzo con la rana di Charles Ray, cui è dedicato il primo post in assoluto di questo piccolo blog:


Al di là del tono volutamente polemico dell'autore, alcune idee finiscono per centrare un punto secondo me fondamentale:
"Charles Ray quel ragazzo l’ha proprio pensato per quel punto preciso. Partendo da lontano, dal romanzo di Mark Twain Huckleberry Finn, dove il protagonista ascolta il rumore delle acque del Mississippi e delle rane e sotto il cielo stellato prova questa sensazione di incredibile meraviglia. Meraviglia che milioni di turisti in arrivo da tutto il mondo provano davanti alle acque e alla magia di Venezia. Non solo, questi milioni di turisti forse, anzi sicuramente, più ignoranti di Miracco (ex Consigliere delle Biennale e fautore del trasloco dell'opera - nota di Lunablu) e dei veneziani doc del suo manipolo, davanti al Ragazzo con la rana impazziscono scattando milioni di foto. Lo fanno perché una delle qualità di questa scultura è proprio quella di far convergere l’antico con il contemporaneo, la città, le acque del Canal Grande con il bianco puro dell’adolescente che con la rana in mano e con un piede leggermente più avanti sta per compiere un passo dentro la propria maturità..."

La Stampa


Mi fa piacere constatare che non sono l'unica dispiaciuta della scelta del Comune di Venezia di sfrattare quest'opera dalla Punta della Dogana, soprattutto per la logica di chiusura alla possibilità di coniugare l'antico con il contemporaneo a Venezia, citata da Bonami, che invece a mio parere potrebbe essere una via interessante per evitare l'effetto "città imbalsamata" o peggio l'effetto Disneyland ;-)

E comunque mi fa piacere che l'arte faccia discutere: vuol dire che siamo ancora vivi, Lei...e anche noi!

1 commento:

  1. giusta osservazione! l'arte raggiunge il suo scopo se riesce a suscitare delle emozioni (positive o negative che siano)

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